Tomaso Buzzi Architetto


"E se vi sarà qualcuno che non trova i miei studi attuali ne sarò contento,
perchè è proprio una certa contemporaneità che rifiuto con naturalezza"


Tomaso Buzzi, 18 ottobre 1978





Tomaso Buzzi nasce nel 1900 a Sondrio, e muore a Rapallo nel 1981.
Fin dall'adolescenza curioso e insaziabile, dopo la maturità classica si trasferisce a Milano, dove si laurea in Ingegneria e Architettura nel 1923. Alla formazione universitaria affianca la frequentazione degli artigiani della sua valle, di cui ricorderà sempre l'abile esperienza.
Nel solco della tradizione classica greco-romana e palladiana, accetta del Romanticismo la passione musicale, dilettandosi nel suonare il violino.
Critico verso la moda razionalista, concordava con le parole di Adolf Loos: "l'architetto è il muratore che ha studiato latino".
Profondamente umanista, Tomaso nel 1926 partecipa al Concorso per il Piano Regolatore di Milano, in gruppo con Alpago-Novello, De Finetti, Muzio (il Club degli Urbanisti) e collabora nel progetto "Forma Urbis Mediolani".
Pur viaggiando molto in Italia e all'estero, fornisce consulenze alle Triennali e alla società di arredamento "Labirinto", con gli amici Ponti, Lancia, Marelli, Venini e Chiesa.
Molto mondano per temperamento, viene preso in giro dai colleghi, che attribuiscono la sua bassa statura all'essersi consumato le gambe ballando.
Ma la conoscenza della ricca e frivola vita dei privilegiati lo isola sempre più, nella consapevolezza di doversene distaccare per coltivare i suoi interessi più vitali.
Nel 1956, durante un soggiorno a Roma, gli viene segnalato un ex convento francescano in abbandono: in provincia di Terni, alla prima visita decide di acquistarlo e farne il suo rifugio ideale.
In questo spazio, di pura poesia simbolica e figurale, invitiamo a entrare in silenzio.

Note tratte da "LA SCARZUOLA"di Adriano Alpago-Novello,in Casa Vogue aprile 1985, n.162, pp.230-239




L'Occhio dell'Artista è mentale. Per questo può vedere ogni cosa nella simultaneità dell'eterno presente.

Il Labirinto a Una Sola Via, simbolo dell'Architettura d'Occidente, guida all'elevazione spirituale, attraverso un cammino a spirale che provoca disorientamento.

L'Ape e l'Arnia sono simbolo congiunto dell'operosità e dell'ordine necessario per comporre in modo armonico elementi diversi utili per migliorare la realtà esistente.

L'Albero Ciparisso è l'asse del mondo, elemento di collegamento fra la Terra e il Cielo.

La Balena di Giona è lo spazio abissale, oscuro e ambiguo, che bisogna attraversare per giungere all'illuminazione.

Pegaso, figlio di Medusa, è il cavallo alato rabdomante che - di natura aerea - con un colpo di zoccolo fa scaturire la fonte di Ippocrene liberando l'Acqua, simbolo della creatività poetica.

La Squadra rappresenta la Terra perchè può aiutare a tracciare gli angoli retti dell'incontro fra Cardo e Decumano; mentre il Compasso è strumento intellettuale affine al Cielo, essenziale per tracciare confini.

La Clessidra è l'elemento di riferimento cui deve rapportarsi lo spazio per evolversi.

Se tutti gli elementi fin qui descritti manifestano caratteristiche proprie della creatura umana che diventa creativa attraverso il percorso iniziatico, la Cometa è invece una realtà esterna, che consente il collegamento fra il proprio Io e l'Es, il "tu sei", per compiere l'unione da cui può nascere l'Uovo Cosmico - Homo Novus.

Al termine del percorso la Scarzuola si scopre dunque Uovo Cosmico capace di rinnovare la conoscenza della realtà generando coppie di Gemelli


 

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